Page 87 - Bulbul Hezar
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gran visir prese la parola: - Sire, - disse – col permesso di Vostra
             Maestà desidero far presente che le leggi che dispongono la

             condanna a morte sono state promulgate solo per punire i
             crimini. I tre parti della sultana, così inaspettati, non sono
             crimini. Come si può dire che lei li ne sia la causa? Capita
             quotidianamente a tante altre donne: sono da compiangere, non
             da punire. Vostra Maestà può decidere di non vederla più la
             sultana, e lasciarla in vita. L'afflizione nella quale passerà il resto
             dei suoi giorni, dopo aver perso il vostro prezioso favore, sarà

             per lei un supplizio sufficientemente severo.
             Il sultano di Persia tornò in sé, vedendo bene che sarebbe stato
             ingiusto condannare a morte la sultana per dei parti anomali,
             quand’anche si fossero verificati, come erroneamente lui
             credeva. - Che viva, dunque - disse - stando così le cose. La
             lascio in vita, ma a una condizione che le farà desiderare la
             morte ogni giorno, più e più volte. Che le sia costruita una cella
             di legno accanto alla porta della moschea principale, con una
             finestra sempre aperta, che vi venga rinchiusa coperta dalle

             vesti più rozze, e che ogni musulmano che passa davanti a lei
             recandosi alla moschea per pregare le sputi in faccia. Se
             qualcuno trasgredirà il mio ordine voglio che sia sottoposto alla
             stessa pena. E per avere la certezza che mi si obbedisca, ordino
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