Page 23 - La papera
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pasticcini giallastri, dai quali esalava una puzza che
si diffuse in tutto il quartiere, quanto la domenica
si spande il profumo delle minestre maritate.
Quando videro questa emissione intestinale, le
due pettegole pensarono che se l’avessero nutrita a
dovere la papera avrebbe prodotto quella
ricercatissima materia che gli alchimisti chiamano
lapis philosophorum, che avrebbe appagato le loro
voglie. E così le diedero tanto da mangiare che le
usciva di gola, e poi la misero su un altro lenzuolo
pulito, e se prima la papera era stata generosa, ora
fu munifica, perché l’indigestione incrementava il
flusso intestinale. E per questo alle comari
sdegnate prese tanta rabbia che tirarono il collo
alla papera e la buttarono dalla finestra in un
vicolo senza uscita dove si buttava la spazzatura.
Ma come volle il destino, che fa crescere il
baccello dove meno te lo aspetti, passò da quelle
parti un re che andava a caccia, e proprio in quel
punto ebbe uno strizzone alla pancia così
impellente che, dopo aver dato il cavallo e la spade
da tenere a un servitore, entrò in quel vicolo cieco
per liberarsi l’intestino. Appena fatto quel che
doveva fare, non trovando nelle sue tasche
nemmeno un pezzo di carta, vide quella papera
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