Page 38 - Griselda
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omai che tu senta frutto della tua lunga

          pazienza, e che coloro, li quali me hanno
          reputato crudele e iniquo e bestiale, conoscano
          che ciò che io faceva, ad antiveduto fine
          operava, vogliendo a te insegnar d’esser moglie
          e a loro di saperla torre e tenere, e a me
          partorire perpetua quiete mentre teco a vivere
          avessi; il che, quando venni a prender moglie,
          gran paura ebbi che non mi intervenisse, e per
          ciò, per prova pigliarne, in quanti modi tu sai ti

          punsi e trafissi. E però che io mai non mi sono
          accorto che in parola né in fatto dal mio piacer
          partita ti sii, parendo a me aver di te quella
          consolazione che io disiderava, intendo di
          rendere a te ad una ora ciò che io tra molte ti
          tolsi, e con somma dolcezza le punture
          ristorare che io ti diedi; e per ciò con lieto

          animo prendi questa, che tu mia sposa credi, e
          il suo fratello: sono i nostri figliuoli, li quali e tu
          e molti altri lungamente stimato avete che io
          crudelmente uccider facessi; e io sono il tuo
          marito, il quale sopra ogn’altra cosa t’amo,
          credendomi poter dar vanto che niuno altro sia
          che, sì com’io, si possa di sua moglie contentare.
          E così detto, l’abbracciò e baciò, e con lei
          insieme, la qual d’allegrezza piagnea, levatosi,

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