Page 37 - Le figlie dell'erbivendolo
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parla tu gli rispondi, per te è finita. Non
dimenticare quel che ti ho detto.»
Allora lei prese licenza dal romito e si rimise in
cammino. Dopo aver seguito per le istruzioni per
filo e per segno, arrivò diretta nel giardino. E
l’uccello, appena la vide: «Ah!» disse. «Ci sei
anche tu? Ora diventi come i tuoi fratelli, li vedi?
Uno, e due, e con te fanno tre… tuo padre alla
guerra… tua madre a giare la macina del
mulino… le tue zie ne godono.» Ma lei non fiatò,
lo lasciò cantare. Quando lui non ebbe più nulla
da dire, volò giù, e appena lei lo vide a terra lo
prese, gli strappò una penna dall’ala e la bagnò
nella vasca. La prima cosa che fece fu di passare la
penna sotto le narici dei suoi fratelli, che
tornarono in vita, poi fece lo stesso con tutte le
altre statue, poi con i leoni, e infine con i giganti,
finché tutti tornarono in vita.
Si avviò all’uscita con i suoi fratelli, e tutti quei
signori, principi baroni e figli di re, li
accompagnarono facendo loro una gran festa.
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