Page 33 - Le figlie dell'erbivendolo
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statue… Tieni gli occhi ben aperti, non hai
bisogno di sapere altro.»
Prese licenza dal romito, la strada la conosceva, e
in quattro balzi arrivò al palazzo. Entrò e vide il
giardino, e al centro la vasca. Appena lo vide,
l’uccello cominciò a parlare: «Allora, cavaliere,
sei venuto? Sei venuto a prendere me? Ma quante
cose non sai! Le tue zie ti hanno mandato a
morire, e tu resterai qua, mentre tua madre
continuerà a girare la macina del mulino …» «
Cosa? Mia madre alla macina?» E non appena
ebbe pronunciato queste parole, diventò una
statua come tutti gli altri. La sorella guardò
l’anello, e la pietra era diventata grigia: «Ahimè!»
disse, e l’altro fratello partì.
Arriva dal primo romito: «Dove vai, bel
cavaliere?» «Vado a prendere l’uccello che parla.
«Eh! Cavaliere, cavaliere, tu vai a morire, ma va’
più avanti, che c’è qualcuno più vecchio di me.»
Il giovane andò avanti e col secondo romito
successe come col primo. Arrivò dal più vecchio
di tutti, che gli disse per filo e per segno quello
che aveva detto all’altro fratello. Il giovane partì
con tutte queste istruzioni e salì in cima alla
montagna. Trovò i giganti con gli occhi aperti,
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