Page 233 - Bulbul Hezar
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sentì le fece scoprire quello che cercava. Ma siccome l’albero
             era davvero enorme, ritornò dall'uccello e gli disse: - Bulbul

             Hezar, ho trovato l'albero che canta, ma non posso né
             sradicarlo, né trasportarlo! – Non c’è bisogno di sradicarlo – le
             disse l'uccello, - basta che tu prenda uno dei suoi rami, e che lo
             porti nel tuo giardino: lo pianterai e appena sarà nella terra
             metterà radici e in poco tempo lo vedrai diventare un albero
             bello come quello che hai visto.
             Quando la principessa Parizade ebbe nelle sue mani le cose che

             la devota musulmana le aveva fatto desiderare così
             ardentemente, parlò ancora all’uccello. – Bulbul Hezar, tutto
             quello che hai fatto per me non è ancora abbastanza. Per causa
             tua sono morti i miei due fratelli, che devono essere fra le
             pietre nere che ho visto durante la salita: esigo di riportarli a
             casa con me.
             Sembrò che l'uccello volesse sottrarsi dall’accontentare la
             principessa a questo proposito, facendole molte difficoltà.
             - Bulbul Hezar, – lo incalzò la principessa, - ricordati che mi hai

             detto che sei il mio schiavo, e lo sei davvero, e che la tua vita è a
             mia disposizione. - Io non posso – le disse l'uccello, - contestare
             questa verità, e anche se quel che mi chiedi è più difficile da
             realizzare di quanto mi hai chiesto finora, non _____



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