Page 189 - Bulbul Hezar
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lontano da sé, gridando: - Ahimè! Caro fratello mio, così ti ho
perduto, per colpa mia! Non ti rivedrò mai più! Quale
infelicità! Perché ti ho voluto dire dell'uccello che parla,
dell'albero che canta e dell'acqua color dell'oro? Perché mi stava
tanto a cuore chiedere alla vecchia devota se giudicasse bella e
perfetta questa nostra casa? Non avesse voluto Iddio che a quella
vecchia fosse venuto in mente di volgere i suoi passi da questa
parte! Ipocrita, ingannatrice! A qual fine mi hai parlato di un
uccello, di un albero e di un'acqua che, per quanto possano
essere immaginari, come capisco bene dopo la triste fine di un
fratello a me così caro, continuano ad accecare la mia mente
dopo i tuoi incantesimi?
Il principe Perviz non era meno disperato della principessa
Parizade per la morte del principe Bahman, ma senza perder
tempo in un rimpianto senza fine, quando ebbe compreso dal
lamento di sua sorella che lei nutriva ancora il desiderio
irresistibile di avere per sé l'uccello che parla, l'albero che canta
e l'acqua color dell'oro, la interruppe: - Cara sorella, - disse, -
noi rimpiangiamo invano il nostro fratello Bahman: il nostro
pianto e il nostro dolore non lo riporteranno in vita. È la
volontà di Dio, dobbiamo sottometterci a lui e accettare i suoi
decreti, senza pretendere di comprenderli. Perché ora vuoi
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