Page 8 - Tour del primo amore che non si scorda mai
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QUINTA TAPPA: IL RE D’ARCOLAIO
    FIABA POPOLARE SICILIANA, GIUSEPPE PITRÈ, 1870-1913

    Capita nelle fiabe che un uomo poverissimo e disprezzato dalla moglie e
    dalle figlie maggiori per la sua miseria vada a cercare erbe di campo per fare
    almeno una minestra, e che la figlia più piccola lo accompagni. Capita che
    svellendo un finocchio selvatico sollevi una botola, e che scenda nel
    sotterraneo abitato da un principe stregato che dà a suo padre un sacco di
    monete d’oro. Capita che la giovane sia la sposa felice della creatura ctonia,
    ma che la vita alla luce del sole eserciti il suo richiamo attraverso la visita di
    una delle sorelle. Chi conosce Amore e Psiche di Apuleio (II sec. d.C.) non
    farà fatica a riconoscere il lontano modello. Le signore che dominano il
    principe stregato non tollerano la presenza della fanciulla umana, e gli
    impongono di scacciarla. Grazie al magico gomitolo che le ha dato lo sposo,
    simile a quello di Arianna che permise a Teseo possa di uscire dal labirinto.
                                  La giovane trova ospitalità nel palazzo dei
                                  genitori del suo principe. In questa fiaba
                                  popolare   c’è   una    ninna   nanna
                                  tenerissima, che il principe stregato
                                  cantata in segreto al suo bambino. Notte
                                  e giorno, segreto e agnizione, giocano il
                                  loro poetico mistero, e il re che dà il titolo
                                  alla fiaba è re di uno strumento
                                  femminile:  arcolaio,  animmulu.  Per
                                  assonanza torniamo a Psiche, anima: le
                                  parole sono come nodi della rete di senso
                                  formata dalle fiabe.
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