Page 239 - Bulbul Hezar
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loro riconoscenza per la vita che aveva loro restituito, che
offrirsi a lei come schiavi, pronti a fare qualunque cosa avesse
loro ordinato.
- Signori, - disse allora la principessa, - ascoltando con
attenzione il mio discorso, avrete ben capito che non avevo altra
intenzione che riavere i miei fratelli. E quindi, se vi è toccato lo
stesso beneficio, come avete detto or ora, non avete alcun
obbligo nei miei confronti. Apprezzo d'altra parte la cortesia
che mi state dimostrando, e ve ne ringrazio, come il mio animo
mi suggerisce di fare. Ma vi considero, ognuno in particolare,
come persone libere, padroni di voi stessi come eravate prima
della vostra disgrazia, e gioisco insieme a voi per la felicità che
vi è toccata grazie alla mia azione. Ma non ci fermiamo oltre in
un luogo dove non c’è più nulla che debba ulteriormente
trattenerci: rimontiamo a cavallo, e torniamo tutti nel paese dal
quale siamo venuti.
La principessa Parizade diede l’esempio per prima andando a
riprendere il suo cavallo, che ritrovò dove lo aveva lasciato.
Prima che montasse a cavallo, il principe Bahman, che voleva
alleggerirla, la pregò di far portare a lui la gabbia. - Fratello mio
– gli disse la principessa, - l'uccello è mio schiavo, e voglio
portarlo io stessa, ma se tu vuoi portare il ramo dell'albero che
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