Page 18 - Doralice
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correndo per la piaggia de l’isola, seguitava
            una bellissima cerva che per timore già s’aveva
            gittata nelle maritime onde. Il re già stanco e
            affannato per l’aver lungamente corso si
            riposava, e veduta che ebbe la nave, al patrone
            dimandò da bere. Il patrone fingendo di non
            conoscere il re, amorevolmente l’accettò,
            facendoli quelle accoglienze che se gli

            convenevano, e con ingegno e arte tanto
            operò, che lo fece salire in nave. Al re, che giá
            veduto aveva il bello e ben lavorato armaio,
            accrebbe tanto desiderio di esso, che un’ora
            mille li pareva di averlo. Onde addimandò il
            patrone della nave quanto l’estimava; risposo
            gli fu, assai pregio valere. Il re invaghito molto

            di sí preciosa cosa, non si parti di lá, che col
            mercatante si convenne del pregio; e fattosi
            recare il danaro, e sodisfatto il mercatante
            pienamente del tutto e preso da lui il comiato,
            al palazzo lo fece portare e nella sua camera
            porre.
            Genese, per esser troppo giovane, non aveva
            ancora presa moglie e ogni dí la mattina per
            tempo a caccia andare molto si dilettava.

            Doralice, figliuola di Tebaldo, che nascosa si
            stava ne l’armaio che nella camera di Genese
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