Page 285 - Bulbul Hezar
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incredibile bontà del sultano, non risposero che con un
             profondo inchino, per dimostrargli il grande rispetto col quale

             la ricevevano.
             Il sultano quel giorno, a differenza di quanto era solito fare, non
             cacciò per molto tempo. Siccome aveva capito che i principi
             non avevano meno intelligenza che valore e coraggio,
             l’impazienza di trovarsi in loro compagnia con più libertà gli
             fece anticipare il ritorno. Volle averli al suo fianco durante la
             cavalcata, un onore che, per non parlare dei principali cortigiani

             del suo seguito, fece ingelosire anche il gran visir, che si sentì
             mortificato cavalcando dietro di loro.
             Quando il sultano entrò nella capitale, il popolo che era assiepato
             lungo le strade, non ebbe occhi che per i due principi Bahman e
             Perviz, chiedendosi chi fossero mai, se venissero da un paese
             straniero o abitassero nel loro stesso regno. – Siano chi siano -
             molti di loro dicevano, - se Dio avesse voluto che il sultano ci
             avesse dato due principi così belli e prestanti! Avrebbe potuto
             averne due di quell’età, se non fossero stati infelici i parti della

             sultana, che da tanto tempo ne subisce la pena.
             La prima cosa che fece il sultano quando arrivò a palazzo fu di
             condurre i principi negli appartamenti più sontuosi, dei quali
             lodarono la bellezza, le ricchezze, i mobili, gli ornamenti e la
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