Page 30 - L'Augel Belverde
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ginocchia ed il capo, riverentemente il
salutorono. Il re che aveva l’occhio d’un
falcone pellegrino, gli guatò fiso nel viso e
vide che ambeduo tenevano una dorata stella
nella fronte e subito gli venne una rabbia al
cuore che quelli giovani suoi figliuoli fussero.
E fermatosi, dissegli:
— Chi siete voi e di donde venete?
Ed elli umilmente risposero:
— Noi sian poveri forastieri venuti ad abitare
in cotesta cittá.
Disse il re:
— Piacemi molto; e come vi chiamate?
A cui l’uno disse:
— Acquirino.
L’altro disse:
— Mi chiamo Fluvio.
— E io — disse la sorella — mi addimando
Serena.
Disse allora il re:
— Per cortesia tutta tre a desinare con esso
noi dimane vi invitiamo.
I giovani alquanto arrossiti non potendo
denegare l’onestissima dimanda, accettorono
lo invito.
Il re ritornato al palagio, disse alla madre:
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