Page 119 - Bulbul Hezar
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ficamente e nulla è in disordine, certamente, e gli ornamenti vi
sono disposti come meglio non sarebbe possibile. Per quanto
riguarda la posizione, è su un bel terreno, ed è inimmaginabile
un giardino che più di questo possa allietare il visitatore. Però,
se mi permettete di non nascondervi nulla, mi prendo la libertà
di dirvi, signora, che, a mio parere, la dimora sarebbe
incomparabile se vi fossero tre cose che secondo me vi
mancano. - Buona donna - disse allora Parizade, - quali sono
queste tre cose? In nome di Dio, vi scongiuro di indicarmele:
farò di tutto per acquistarle, se è possibile.
- Signora - riprese la devota, - la prima di queste tre cose è
l'uccello che parla: è un uccello unico al mondo, si chiama
Bulbul Hezar, e ha anche la virtù di attrarre tutti gli uccelli
canori del circondario, che vengono ad accompagnare il suo
canto. La seconda è l'albero che canta, le cui foglie sono
altrettante bocche, dalle quali sgorga un concerto armonioso di
voci diverse, che non ha mai fine. La terza cosa infine è l'acqua
del color dell'oro, una sola goccia della quale, versata in una
vasca appositamente allestita da qualche parte in un giardino,
aumenta di volume e zampilla verso l’alto con un getto che non
smette mai di salire per poi ricadere nella vasca, senza mai
traboccare.__
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