Page 47 - L'Aquila d'oro
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mo più felice del mondo, perché ho la
          felicità che per tanto tempo ho
          sognato».
            E le raccontò tutto com’era successo
          con parole dolcissime, che parevano
          viole profumate, mescolandole a baci
          fragranti e amorosi. Nessuno potrebbe
          raccontare l’amore che fioriva fra loro.
          Passarono in questo modo tanti giorni e
          tante notti, e Lena lo nutriva di confetti
          e di vini degni degli dei. Spesso l’orefice
          veniva a vedere l’aquila d’oro, e
          chiedeva al principe l’orefice venia
          spesse volte a vedere l’uccello,edoman-
          dava ad Arrighetto se volesse qualcosa,
          ma luirispondevasempredino.


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