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Piccolo Festival di Casi Lirici - Per non morire

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Piccolo festival di casi lirici

 

Butterfly morendo salva il proprio onore insieme a quello di Pinkerton e la legittimazione del figlio. Violetta sacrifica i suoi beni e la felicità degli anni che le restano da vivere per l'onore di Alfredo Germont e della sua sorellina pura siccome un angelo. Tosca pugnala il potente odioso Scarpia per salvare il suo amante pittore Mario Cavaradossi, ma non salva se stessa né lui. Norma si sacrifica andando volontariamente al rogo, e l'onore dei Galli è salvo come quello dei romani. Ma la sacerdotessa dei barbari rappresenta un senso dell'onore superiore a quello di Pollione, che, ammirato, la segue, dopo averla abbandonata per Adalgisa, novizia del tempio della dea lunare del quale è sacerdotessa Norma.
L'ordine è sovvertito, anticipando le trasformazioni epocali che stiamo vivendo. L'ordine è e non è ristabilito dal melodramma.
L'attante-soprano si sacrifica per salvare la gerarchia fallocentrica del patriarcato e il successo del melodramma italiano risiede proprio nella verità che questi casi-lirici raccontano. La donna che non è l'angelo del focolare (essendo geisha, cortigiana, artista, sacerdotessa) ha la possibilità di offrire la propria vita per salvare l'attante-tenore, e noi ci commuoviamo fino alle lacrime ogni volta che accade. Ma l'attante tenore non beneficia del sacrificio: Pinkerton o Alfredo Germont hanno salva la vita, ma come rappresentanti efficaci del patriarcato fallocentrico sono completamente inaffidabili. Altri attanti tenori, più innamorati, come Mario Cavaradossi amante amato di Tosca, e Pollione di Norma, muoiono insieme alla donna che si è sacrificata per loro.
Non è vero che la morte eviti che gli attanti amanti vivendo diventino noiosi e banali. Alle fiabe, le piccole e immense fiabe, basta la pagina bianca, subito dopo la formula del finale e vissero felici e contenti. O forse non basta, se è vero che il racconto esige un rito di sortita che riporti alla vita quotidiana, dopo aver abitato un paese che partecipa del sogno e della fantasticheria. Riportiamo il più famoso, insieme a quello più disilluso rispetto alla presenza del magico e del meraviglioso:

Stretta la foglia (o la soglia) larga la via /dite la vostra che ho detto la mia.
Mangiarono e bevettero/E a me nulla mi dettero.

Ma il nostro finale non è questo. Noi non abbiamo ancora un finale, perché non siamo personaggi di un melodramma né di una favola né di una tragedia. La nostra storia si sta ancora scrivendo.

Per questo ci chiediamo se ci sia una possibilità di non morire come le nostre attanti-soprano senza per questo diventare né noiose né annoiate. L'11 novembre 2023 nella splendida cornice fiorentina del Convento di San Salvatore al Monte alle Croci diremo la nostra, sperando che ciascuno dei nostri quattro ospiti, e chi si iscriverà al Piccolo Festival... dica la sua.  
 
Iscrizioni
Chi desidera partecipare al Piccolo Festival, online o in presenza, è pregato di compilare la scheda di iscrizione.
Fairitaly propone il versamento di un contributo volontario di 48 euro, sia per chi partecipa in presenza, sia per chi partecipa online. Per i laureati in medicina o psicologia che si stanno specializzando in psicoterapia, il contributo volonario è ridotto della metà.
Il versamento del contributo volontario potrà essere effettuato con bonifico sul c/c di Fairitaly (IBAN IT05C0538702807000047607472).
Sarà inoltre possibile iscriversi e versare il contributo previsto direttamente il giorno del convegno (11.11.2023) alla segreteria del Piccolo Festival, aperta dalle 8,30.
Chi partecipa online riceverà via e-mail in tempo utile il link per accedere al Piccolo Festival; sarà disponibile una chat per consentire gli interventi a distanza.