|
Lector, intende, laetaberis.
Lettore, capisci, ti rallegrerai.
(Lucius Apuleius Madaurensis, II sec.) |
|
|
|
|
GITA DEI PICCOLINI
|
|
Questa gita è per
i bambini della scuola dell'infanzia, si può fare
con una o molte destinazioni, fino a sette, che
sono le fiabe secondo noi più care ai piccolini.
In nessuna di queste fiabe l'attante protagonista,
maschile o femminile, ha espresso un desiderio o
agito in qualche modo: reagisce come può a una
pericolosa mancanza di risorse o a un ordine
materno o paterno. Non ha quindi meriti né colpe
per la disgrazia nella quale si trova, e
probabilmente questa assoluta innocenza
corrisponde alla percezione che il bambino e la
bambina hanno di sé prima che si formi una
coscienza morale, fonte del senso di
responsabilità.
Ma questa forma di innocenza anche unita alla cura
degli adulti non basta a evitare ai più piccoli
pericoli e angosce mortali: i bambini esultano
quando scoprono che anche il più piccino può
vincere un nemico grande e potente.
|
COMPITI IMPOSSIBILI
|
|
Se la vita è
un compito, si tratta certamente di un compito
impossibile. Accettarlo significa mettersi in
cammino per un viaggio lungo e difficile che
richiede tutto il proprio impegno.
Ma se il compito è impossibile, lo si può
portare a termine?
Le
fiabe di questo tour narrano che quando il
giovane o la fanciulla partono per assolvere a
un compito impossibile, dopo prove difficili e
pericolosissime, raggiungono
immancabilmente la loro meta.
Quattro
sono i reami che attraverseremo,
incontrando popolane, principesse, principi e
animali, tutti alle prese con le loro impervie
vette da scalare...
|
LA CRESCITA OSTACOLATA
|
|
Nell’adolescenza
la figlia normalmente sente di essere impedita
nei suoi movimenti dalla madre, che ora
percepisce come ingiusta, mentre nell’infanzia
era stata oggetto della sua sconfinata
ammirazione. La sensazione di essere reclusa
riguarda la fretta di crescere, di imporsi sulla
madre, per godere anche lei dei vantaggi di cui
le pare goda la regina della casa.
Incontreremo
in questo tour due famose fanciulle, Cenerentola
e Prezzemolina, ed esploreremo con loro l’alta
torre, simbolo della segregazione alla quale si
sentono costrette, e le strade che ciascuna
percorrerà per uscirne.
|
DESIDERI TROPPO GRANDI
|
|
Le fiabe di
questo tour dei desideri troppo grandi sono
legate fra loro dall’ingiunzione del Labirinto
dell’impegno impossibile, e possono essere anche
molto simili a quelle legate dall’ingiunzione
della Vetta del compito impossibile. Se ne
distinguono per il motivo iniziale, che dà
l’avvio alla successione del giovane, che si
assume il compito di trovare un nuovo
equilibrio, ponendo rimedio allo squilibrio
iniziale, che impedirebbe il movimento delle
generazioni. L’attante che affronta un ostacolo
a prima vista insormontabile, troppo grande, lo
fa nascere come soggetto, ed accettando di
ereditare una mancanza, trova una forma nuova di
equilibrio. Questo significa il lieto fine che
non manca mai in queste fiabe complesse e
particolarmente ricche di simboli.
|
EDUCAZIONE PERICOLOSA
|
|
L’ingiunzione
del Bivio del compito possibile riunisce quattro
storie nelle quali all’attante protagonista non
viene chiesto nulla di difficile, come andare a
trovare la nonna o portare il grano da macinare
al mugnaio. Oppure non gli viene chiesto proprio
nulla, o, infine, appare una creatura magica
pronta a esaudire tre desideri del protagonista.
Nei primi tre casi i protagonisti muoiono,
nell’ultimo tornano al punto di partenza. Nelle
fiabe, che il più delle volte cominciano con un
rischio mortale o con un compito impossibile, i
protagonisti, grazie alla loro costanza e a
qualche magia, vincono i loro antagonisti e
superano ogni ostacolo, per vivere finalmente
felici e contenti. Nel mondo delle fiabe capita
che non avere nemici fatali o ostacoli
insormontabili porti alla morte o a un nulla di
fatto: chi vuole mettersi in cammino per
compiere il Tour dell’educazione pericolosa? Si
può scoprire che questa verità fiabesca,
paradossale e inaccettabile per il senso comune,
ha molto a che fare con la vita di ogni giorno.
|
GENITORI
FATALI
|
|
Il nome fata
viene dal latino fatum (fato, destino),
e questo nome, come coloro che lo portano nelle
fiabe, richiama l’ambivalenza delle antiche dee
del destino, Parche, Moire o Norne. Lo zelo
positivistico l’ha rimossa insieme a quella del
bambino – e del genitore – come se la bontà, la
gentilezza, la generosità, si formassero dalla
negazione degli impulsi distruttivi che ci
abitano dalla nascita. Anche fatale viene da fatum,
e qualifica un incontro con una creatura che
travolgono il soggetto, tanto vituperati quanto
celebrati, desiderati e temuti. I nostri
genitori fatali, per quanto spietati, non
riescono a eliminare nemmeno uno dei
protagonisti di questo tour, bensì subiscono il
danno che avrebbero inflitto. I genitori sono
fatali perché, come il destino, non sono scelti
e non si possono cambiare. Da non
dimenticare che i genitori di questo tour, come
le antiche dee del destino, prima di decidere
l’eliminazione dei loro figli li hanno messi al
mondo e cresciuti abbastanza perché possano
andarsene con le loro gambe. Nelle fiabe poi,
per quanto i genitori siano fatali, non riescono
a divorare i figli o i nipoti che cercano di
vivere, perché il Tempo, fatale quanto le
Parche, non gioca dalla loro parte. Dal dio
greco Cronos in poi, senza eccezioni.
|
GIOVANI
DERELITTI
|
|
Si può
pensare, in certi momenti del giorno e della
vita, che nulla del nostro passato ha dato
frutti, e che ogni nostra risorsa sembra inutile
per il futuro. Ci sentiamo abbandonati, non
sappiamo come muoverci, al punto che è a rischio
la nostra capacità di continuare a camminare.
Come uscire da questa palude?
Nel Tour dei giovani derelitti ci muoveremo in
tre reami, incontrando giovani e fanciulle con
privazioni dell’area paterna o materna. E
scopriremo qualcosa che, sembrando inutile o
insignificante al senso comune, un pesce,
un’oca, una bambola o un gatto, si rivela per
ciascuno una risorsa fondamentale, se l’attante
protagonista lo ama, lo ascolta e se ne prende
cura. La nostra ipotesi è che qui si parli di
sublimazione, di quella risorsa impossibile da
circoscrivere, che permette di uscire dalla
famiglia delle origini e di accedere al mondo.
Il lavoro d'analisi dovrebbe favorire l'apertura
di questa porta.
|
|
|
I giovani di
questo Tour non rispondono ai desideri dei loro
genitori. Andiamo a visitare una madre che non
sopporta i figli troppo belli, e un’altra che
scaccia a bastonate il figlio perdigiorno.
Troveremo un figlio che scappa per non
essere ammazzato di botte, e un altro che lascia
il padre per cercare il brivido della paura che
gli manca.
Mentre nel Tour dell’educazione pericolosa si
incontrano genitori che ignorano o rimuovono il
limite della loro funzione, in questo tour le
storie si aprono con la rottura della relazione
educativa. Ci sono genitori che scacciano o
delegittimano i figli, e figli che lasciano i
genitori. Vanno per vie ignote, e il taglio che
li separa dalla casa delle origini si trasforma
in un’apertura imprevista della relazione col
mondo, dove del genitore vale l’assenza.
Non degli allontanamenti concreti parlano queste
fiabe, ma dell’esperienza del limite di ogni
educazione, il cui fine è che un genitore o un
maestro smettano di cercar di dare quello che
non hanno. Specularmente, che un figlio smetta
di pretenderlo.
|
MALA
SORTE |
|
Il Tour
della Mala sorte ci porta in regni in cui i
giovani sono duramente segnati da un cattivo
destino di cui non hanno alcuna colpa. Troveremo
una fanciulla che trova distrutto tutto quello
che ha intorno, un’altra che cade in un sonno
mortifero e non si sa se e come potrà essere
svegliata, e infine un giovane, costretto ad una
forma animale da una maledizione scagliata su
sua madre.
I
protagonisti di queste fiabe si trovano a dover
affrontare una cattiva sorte che li condiziona
mettendo a rischio la loro forma umana e la loro
stessa vita.
Come riusciranno a non soccombere?
|
IL
PRIMO AMORE NON SI SCORDA MAI
|
|
La bambina
ama con tutta se stessa il padre, il cui amore
la fa sentire come la sua amante ideale. Se
cresce grazie all’illusione di occupare il posto
della madre - che manca in quasi tutte le
fiabe di questo tour – la figlia non può
lasciare il padre, perché nessuno come lui la fa
sentire la creatura più affascinante del
mondo. Così, innamorata di un ideale, resta
nella prigione dorata del castello paterno. Come
uscire da questo eccesso d’amore?
Le fiabe non forniscono ricette ma invitano al
viaggio: partiamo per visitare tre tipi di reami
con otto fiabe. Le protagoniste si muovono dalla
dipendenza incestuosa all’incontro con
l’estraneo. Per farlo subiscono eventi tragici,
fuggono coperte dallo sporco animale, o
accettano la compagnia di mostri e bestie.
|
FABULANDO
FAIRY TOUR DELLO SPLENDIDO ISOLAMENTO
|
|
Come
Narciso, i protagonisti di questo tour vivono
isolati dalle relazioni con il mondo: non
vogliono infatti sposarsi, contenti della vita
che conducono, ciascuno occupato nelle proprie
faccende.
Ma quando si forma in loro il desiderio di un
marito o di una moglie, inizia una difficile
avventura che sarà molto lunga o complessa o
cruenta.
Mettiamoci
dunque in cammino con coraggio: le fiabe che
incontreremo sono solo tre, ma il percorso dei
protagonisti è arduo e non scevro da momenti
terribili. Andiamo con loro e seguiamo lo
svolgersi delle loro vicende fino al sospirato
lieto fine che ciascuno, a suo modo, riuscirà a
conquistarsi.
|
CROCIERA
FLUVIALE |
|
Le cinque fiabe
del tipo Augel Belverde e la fiaba di Hänsel e
Gretel non hanno voluto saperne di accomodarsi in
uno dei nostri quadranti, e ci hanno costrette, se
volevamo rinarrarle in Fabulando, ad allestire per
loro un quadrante impossibile, con tutti i punti
cardinali. Mossa inelegante ma necessaria, perché
a differenza delle altre, nelle quali
l'ingiunzione iniziale è paterna o materna, e
l'attante protagonista maschile o femminile, in
queste fiabe sono figure maschili e femminili che
condannano a morte i loro discendenti, neonati o
bambini ancora piccoli. L'incontro, la salvezza,
l'alleanza fra attanti maschili e femminili, fino
alle nozze del finale felice, sono presenti nella
maggior parte delle fiabe, ma solo in queste
entrambi, fratelli e sorelle, agiscono, sono
attanti protagonisti, e solo l'azione volontaria
di entrambi scongiura il rischio di morte e porta
alla salvezza. Che nelle fiabe del tipo Augel
Belverde è sia la salvezza della madre calunniata,
sia il ravvedimento del padre sovrano, sia il
riconoscimento dei tre gemelli, maschi e femmina.
|
|